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Tutto quello che una donna

Se non fosse per te

cosa avrebbe un senso

sotto a questo cielo immenso

niente più sarebbe vero.


Per la prima volta parto a scrivere senza un concetto da esprimere, almeno non uno che sia chiaramente stampato nel mio contorto cervello. Per la prima volta nel 2020 scrivo, e non scrivevo da un bel po', da quando mi chiedevo se sareste stati capaci di amare una coccinella anche quando mostra il suo lato peggiore.


Di cose ne sono successe tante, forse troppe, ma tra tanti cambiamenti io resto sempre la stessa, solo molto più serena.

C'è però che il lunedì mi prende la malinconia, unita all'ansia, mischiata con la paura e condita pure con un pizzico di inadeguatezza. Sì, il lunedì. Un po' perché, per quanto agli occhi di molti io possa apparire curiosa e strana, resto comunque umana e quindi per indole avversa al lunedì, un po' perché il lunedì mi sveglio e so che dovrò affrontare un bel po' di giorni da sola, senza chi mi infonde serenità.


Sono passati alcuni lunedì e non passa, arriva sempre puntuale, la paura di non farcela, la consapevolezza di poter non essere all'altezza di tante cose, forse di nessuna di tutte quelle che sto affrontando in questa parte della mia vita. Parte della mia vita che, per utilizzare un refrain tipico di un film che mi piace assai, potrei chiamare "progettare e mettersi in discussione".

Novembre ha portato talmente tanta acqua, vento e problemi che negli orti ora c'è solo tanto sole e nulla più. Ho passato delle vacanze di Natale strane, un po' sbattute in giro per la Campania, ma felici. Gennaio sta facendo un po' l'aprile della situazione, meteorologicamente parlando, e sta facendo il proverbiale primo mese dell'anno: inizia.

E a me iniziare le cose mi è sempre piaciuto assai, solo che poi mi perdo sulla lunghezza. Dovevo fare la centometrista io, però ero cagionevole e l'asma mi tagliava il respiro, quindi al massimo posso fare i 10 metri che separano il divano dalla cucina.

Iniziare cose e cercare di portarle avanti con un minimo di criterio implica mettere spesso e volentieri in discussione il proprio modo di fare, le proprie capacità, a volte addirittura la propria vita.

Il punto, quando sei una che già di base non è dotata di un'immensa fiducia in se stessa, è che mettersi in discussione diventa un potenziale ostacolo insormontabile, la probabile resa di fronte a scogli troppo duri. Perché ci sta il non essere mai troppo sicuri, ma nemmeno essere sicuri mai è un posto bellissimo eh!


Io non sono sicura mai, ma proprio mai. E non perché penso di essere stupida o poco capace, ci sono cose che oggettivamente mi riescono bene, oserei dire benissimo! Però questo bisogno innato di sentirmi approvata, amata, coccolata, proprio non mi vuole lasciare. E quindi quando qualcuno per strada mi incrocia e mi grida "complimenti" dopo avermi sorpassata, lanciando elogi così, da un marciapiede all'altro, non ci credo mai né tantomeno capisco cosa ci sia da complimentarsi tanto.


La verità è che non sarò mai un imprenditore. E lo dico al maschile perché al femminile sembra già qualcosa di più specifico, un termine settoriale quasi. Maledetto potere maschio. Non lo sarò mai perché io mi sento in colpa persino quando scrivo i prezzi sulle ricevute delle verdure, parte di me ritiene che certe cose dovrebbero essere accessibili a tutti, che i prezzi dovrebbero essere diversi nonostante la fatica immensa che c'è dietro un mio broccolo, rispetto al broccolo di molti altri. Non lo sarò mai perché non credo abbastanza nella mia costanza, nella mia furbizia, nel mio stesso valore. E se voglio aspettare che chi mi sta intorno ci creda abbastanza anche per me, è meglio se mi siedo comoda, anzi, forse è meglio se mi sdraio proprio. Non perché non ci sia nessuno che ci crede in me, anzi, ma perché certe cose se non partono da dentro questo metro e ottanta di (quasi) trentunenne, non possono arrivare lontano.


La verità è che l'agricoltura mi ha scelto, che la amo, la amo al punto che voglio dedicare la mia vita e il mio cuore a questo mondo. Ma al tempo stesso il cuore che continuo a lanciare oltre l'ostacolo si è talmente ammaccato a furia di cadere che sta diventando vecchio, o forse sta solo diventando grande, chi può dirlo.


L'ho ripreso in mano, ho tolto qualche filo d'erba e un po' di terra che aveva sopra dall'ultimo lancio sbilenco (ché lo sport non è mai stato il mio forte) e lo sto guardando, questo cuore, e l'unica cosa che mi viene in mente è "tutto quello che un uomo può fare stavolta per te lo farò". Solo che io sono donna, e posso fare tutto e anche di più. Per me, per te, per noi. Tutto. Di tutto e di più. Ancora. Finché batte, finché cresce, finché ama.


"Core a core"

Cuore a cuore

Teneramente vicini




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