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Il meglio, con quello che c'è

Stanno finendo le zucchine.


Il mio lunedì mattina è iniziato con questa considerazione: stanno finendo le zucchine.

Le verdure estive sono come le storie d'amore e se mi date qualche minuto vi spiego perché.


Viviamo nella convinzione che le prime zucchine, i primi pomodori, le prime melanzane siano i migliori. Ed effettivamente, volendo generalizzare, è così. I primi tempi tutto è più bello, più romantico, coinvolgente. Sembra che tutte le canzoni parlino di voi, del vostro tempo insieme, dei baci e degli sguardi. Per i primi tempi hai sempre un sussulto al cuore quando suona il telefono, ti cambi 2/3 volte prima di uscire, controlli i capelli e il trucco, ti fai la ceretta. La natura però è talmente reale che, se vogliamo dirla tutta, i primi 2/3 frutti non sono davvero i migliori.

Le prime zucchine si scartano, la pianta è troppo piccola per poterle portare avanti come si deve. Un po' come quando, durante i primi tempi, inizi a vedere qualcosa che non ti piace ma non lo dici perché è tutto troppo bello per rovinarlo per un paio di calzini consumati che non ti aspettavi indossasse, o per lo smalto di un colore un po' troppo audace che preferiresti non vedere.

Le prime melanzane idem, a volte capita che siano "casche" come si dice in napoletano (ne sto cercando l'etimologia da un po' ma sui libri non trovo niente, è evidente che in sorrentino lo diciamo in maniera lievemente diversa, but still), dure, scolorite, storte. Esattamente come la botta sui denti che ti prendi al primo bacio, per eccesso di impeto o per disequilibrio in caso di baci eroici.

Il meglio arriva subito dopo, centinaia di zucchine e melanzane tutte uguali, coi fiori perfetti. Cime di viola da manuale della biodiversità, lunghe, brillanti sotto al sole, senza semi.

Il momento dei frutti perfetti ha durata variabile, dipende dalle cure che si danno alla pianta, dalle attenzioni, dalla frequenza del raccolto. Uguale. Quando i primi imbarazzi passano va tutto a gonfie vele, cene e cenette, nottate di passione, regalini e pensieri dolci. Il buongiorno tutte le mattine, la buonanotte i "scrivimi quando arrivi a casa", le mani intrecciate, la voglia di condividere tutto. La tranquillità di non sentirsi soli, la pace dei sensi di una giornata insieme a rilassarsi, le litigate sane che finiscono con un abbraccio e qualcosa di più.

Ma le melanzane e le zucchine non sono perenni. Arriva un momento in cui stanno andando verso la fine e non sono più come te le ricordavi. Una piccola e storta, l'altra grande, i fiori che si ammosciano, e allora tu che fai? Potresti buttarle via. Io poi, con la mia mania di mettere nelle cassette solo tutto quello che è esteticamente perfetto, dovrei farlo a prescindere. A un certo punto diventa tutto in salita "ti sei dimenticato dell'anniversario!", "sta sempre a inciuciare con le tue amiche", "non mi guardi più come una volta" e "inizi a dare tutto per scontato".

Non solo! Man mano che le piante crescono, iniziano ad occupare più spazio, iniziano a invadere lo spazio delle altre. Quante volte mi capita che, cercando di camminare tra le piante di zucchine ormai giunte alla fine della loro vita utile, per evitare le zucchine troppo cresciute stroncate in passato, finisco su quelle poche piccole che stanno ancora crescendo per dare il meglio di loro? La rabbia. Per non inciampare, per non cadere e farmi male, ho calpestato l'ottima protagonista di uno spaghetto alla nerano.

La vecchia me vi avrebbe detto che l'unico modo di preservare le cose nel loro picco di massima bellezza, era quello di mettere sott'olio, di conservare un ricordo in un liquido che le preservasse dall'usura e ne conservasse il sapore autentico d'estate. La nuova me invece ha cambiato punto di vista. La bravura, la maturità, l'eccellenza sta nell'ottenere il meglio anche quando non è più tutto perfetto. Una zucchina più grande è perfetta per fare la parmigiana, una melanzana con più semi si svuota e si fa "a barchetta". Non si butta via nulla, perché per crescere quella pianta ha avuto bisogno di cura, di attenzioni e di lavoro e sudore, e i suoi ultimi sforzi di fare del bene vanno apprezzati, non buttati via. Attenzione però, le piante che hanno dato solo frutti storti, o non ne hanno dati proprio, non è che devono essere salvate per forza. Quelle le possiamo e le dobbiamo strappare, per far spazio al nuovo, al bello, al buono.


Le verdure estive non sono perenni, l'amore che sogno io sì. E per ogni melanzana storta ci sarà una pentola di melanzane a funghetto, per ogni peperone imperfetto ci sarà un'insalata di pasta, per ogni zucchina troppo cresciuta ci sarà un ripieno. E per ogni seme di troppo dentro ognuno di questi frutti ci sarà una nuova pianta, con nuovi frutti e nuovi difetti da coltivare insieme, perché da soli saremo anche forti, ma insieme siamo invincibili, basta solo trovare il giusto complice.


Ll'ammore è bbello, ma 'a famma è 'na brutta bestia.

L'amore è bello, ma la fame è una brutta bestia.

Spesso l'amore deve cedere le armi innanzi all'incalzare del bisogno di cibo, come dire: prima i denti, poi i sentimenti.




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