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"Fai il concentrato"

Don't you know, girl, you'll be a woman soon Please, come take my hand Girl, you'll be a woman soon Soon, you'll need a man


La prima volta che ho visto Pulp Fiction ero al liceo, tutto merito di Ilaria e della sua passione per il cinema. Quanta stima e quanta cultura cinefila le devo! "Te lo ricordi, Ila, la prima volta che abbiamo visto Trainspotting insieme a Conci e lei alla scena del cesso se n'è andata dal salone dicendo - voi siete pazze! -?" Certo che ce lo ricordiamo, come lo puoi dimenticare?


Contravvenendo ad ogni buona regola dello scrivere civile, questo post è nato prima dal titolo, perché devo parlare della mia natura di pomodorino, e la prima cosa che ho pensato, avendo già bene in mente tutto il concetto da esprimere, è che Mia provò a risolvere un momento di imbarazzo con una barzelletta che non faceva ridere, che le ricorda il suo ruolo in Volpi Forza 5. Mia scelse una barzelletta, perché ormai aveva chiarito già che secondo il copione era la donna più pericolosa del mondo con un coltello, aveva rischiato di morire mentre si divertiva con l'uomo che avrebbe dovuto proteggerla e tenerla d'occhio mentre il suo potente compagno era via, insomma.. qualcuno doveva pur sdrammatizzare!


Mia, Mia... come ti capisco! Sarà che un numero imprecisato di anni fa ho anche indossato i tuoi abiti a carnevale, con tanto di segno rosso sul petto e caschetto nero. Avevo pure la sigaretta, spenta. Ciò che poi mi rende ancora più vicina a te, cara Mia, è questa storia del pomodorino. Perché vedi, Mia, io non sono la donna di nessun pericoloso boss, non ho girato nessun pilota e al massimo in passato mi hanno dovuta riempire di cortisone perché sono andata in shock anafilattico a causa dell'allergia al mallo delle mandorle, però io sono un pomodorino.


I pomodorini si conservano bene. Non è che li raccogli e dopo un giorno o due già sono da buttare. Puoi tenerli in una bella ciotola o in un bel cesto in casa, non in frigo, e loro aspettano il loro destino con pazienza. Non sanno se diventeranno sughetto per spaghetti, acqua pazza, dadini per bruschetta o semplice snack croccante, però aspettano. Stanno lì con il pizzo in su, o in giù, o come si sentono più a loro agio e osservano, pazienti, ciò che gli accade intorno.

Uno dei motivi che rende i pomodorini resistenti, è il fatto che abbiano la buccia un po' più spessa (almeno le varietà più diffuse), questo gli consente di restare freschi più a lungo, e anche di formare quel grande dilemma umano del gusto che sono le pellecchie nello spaghetto ai pomodorini freschi. Io faccio un pubblico mea culpa, e ammetto di non preferirle, ma spero vivamente che non mi condannerete per questo.

I pomodorini però non è che durano in eterno, i pomodorini vanno a male, e vanno a male in maniera curiosa. I pomodorini vanno a male dall'interno. Proprio perché all'esterno devono mostrarsi forti e coriacei, la loro scorza non viene scalfita dal passare del tempo. Può scalfirla un urto, un coltello, un'unghia, ma non il tempo. E vi posso garantire, parola di pomodorino scout anziano, che spesso anche gli urti non fanno male abbastanza da deteriorare un vero pomodorino coraggioso (Babe, maialino rosino carino, mi senti?). Il pomodorino sguiscia (da leggere con le labbra a culo di gallina per rendere il suono onomatopeico data la plausibile inesistenza della parola sul vocabolario della lingua italiana) anche da sotto alla lama del coltello se vuole. Sì, anche della tua lama, cara la mia Mia (perdonate il pleonasmo).


Il deterioramento interno del pomodorino non lo noti subito, all'inizio sembra solo che si stia un po' ammosciando, sarà il caldo, il calo di pressione, quest'anno signora mia proprio non si respira... eppure ajer parev' che stev' refrescann' nu poco!

Invece, solo l'occhio attento può notare che il pomodorino ha iniziato il suo lento declino, sta fermentando dall'interno, si sta gonfiando a poco a poco. Con la polpa che inizia a stare stretta in quella scorza dura, che vorrebbe uscire fuori e dire "OH! VEDI CHE SONO ARRIVATO AL PUNTO IN CUI DEVI RENDERMI ONORE E GIUSTIZIA!". Il pomodorino manda richieste di aiuto, prova ad attirare l'attenzione, vedi le venature della polpa più vicine alla scorza che sta riducendo il suo spessore. Però devi volerlo vedere. Devi essere vicino al pomodorino per capire che sta per non farcela più. Devi accarezzare il pomodorino, osservarlo, ricordarti che c'è e che non durerà per sempre la sua presenza, è un pomodorino, mica uno di quei soprammobili-bomboniera di un matrimonio a cui proprio non volevi andare ma le convenzioni sociali a volte impongono a tutti di partecipare ad eventi controvoglia e quindi metti i soldi nella busta e comprati pure il vestito, che pare brutto.


Se non ti prendi cura del tuo pomodorino, il pomodorino esploderà. Straccerà quella scorza dura e spargerà polpa fermentata su tutto il ripiano della tua cucina, piangendo semini vischiosi e inconfondibili. I semini del pomodorino che avrebbe dato tanto, tantissimo, se solo tu gli avessi reso giustizia, se ti fossi preso cura di lui invece di essere troppo impegnato a fare altro, a pensare ad altro, a bearti nella convinzione che quella scorza dura sarebbe durata in eterno. Sarebbe bastato poco, nessuno sforzo sovrumano era richiesto, potevi anche mangiarlo sano sano come una caramella. Lo sai già quanto può essere dolce e buono quel pomodorino, non richiede troppo tempo o troppe energie! E invece ora il massimo che puoi fare è passarci sopra la pezza e buttare le pellecchie nell'umido.


Da melanzana storta a pomodorino sull'orlo di una crisi di nervi è un attimo. BUM.


Fà chiagnere senza mazzate

Far piangere senza botte

Sottoporre qualcuno a imposizioni o maltrattamenti, ma anche farlo vergognare con rimproveri, umiliarlo nell'amor proprio.


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